Mi trovo nuovamente nel campo di concentramento e nella stessa baracca, a maggior ragione quindi il lieto periodo di Bergen mi appare come un breve periodo di sogno, come una parentisi di felicità. Sebbene da qui si possa liberamente uscire ed andare in paese, sebbene qui, anche vivendo a razione non vi sia alcun pericolo di morire di fame, lo stesso fatto di essere circondati da reticolati e dormire in quello stesso luogo dove ho tanto patito, tanto sofferto è per me grave sconforto. La nostra razione giornaliera è costituita da gr 30 di burro, gr70/90 di carne, 300 di pane, 500 di patate ed un minestrone.
Oggi per la prima volta sono uscito con un collega; abbiamo procurato delle cipolle, quasi una pagnotta, un pò di latte e fumato una sigaretta offertaci da alcuni detenuti che circolavano nella campagna ostentando con orgoglio la loro casacca zebrata.
I civili sono letteralmente terrorizzati sia per i russi ex lavoratori che con grandi coccarde rosse entrano nelle case asportando in nome di Stalin tutto quanto fa loro comodo, sia anche per questi detenuti liberati ed infine per quei soldati italiani ex lavoratori che, un pò trasportati dagli inglesi ed un pò per loro iniziativa si sono trasferiti in questi luoghi; tutto ciò accresce la paura e la confusione da parte dei crucchi che in altri tempi da razza eletta spadroneggiavano invincibili su tutta Europa.
Rientrando dal paese ho avuta una buona notizia: circa sei autocarri scaricheranno nel campo viveri inglesi, eccone la ragione: il nostro col ha ottenuto dagli inglesi il riconoscimento di prigionieri di guerra, ne consegue che ci spetta la razione dell’ufficiale inglese. Da domani o da lunedì al massimo per il vitto non dipenderemo più dal borgomastro, ma dalla sussistenza inglese.
Si sussurra molto timidamente che il col Testa protestando col comando inglese per questo nostro rientro tra i reticolati, abbia ottenuto il nostro trasferimento a Saltau, ma tutto ciò non ha nulla di ufficiale.
Oramai è trascorso quasi un mese dalla nostra liberazione ma di rientro neppure l’ombra….ma quando avverrà, quando potrò finalmente abbracciare i miei?
5 May 1945